Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha recentemente lanciato il Piano Transizione 5.0, una strategia ambiziosa per guidare le imprese italiane verso un futuro digitale, sostenibile e altamente innovativo. Questo nuovo piano rappresenta l’evoluzione del precedente Piano Transizione 4.0, che si era focalizzato sulla trasformazione digitale delle imprese, ora ampliato per integrare anche aspetti legati alla sostenibilità e alla green economy.
Cosa prevede il Piano Transizione 5.0
Il Piano Transizione 5.0 introduce una serie di agevolazioni e incentivi destinati alle imprese che investono in tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, la robotica, e l’Internet delle cose (IoT), con l’obiettivo di accelerare la digitalizzazione dei processi produttivi. Inoltre, il piano pone un forte accento su sostenibilità e circolarità, incoraggiando investimenti in soluzioni che riducono l’impatto ambientale, promuovono l’uso efficiente delle risorse e favoriscono il passaggio a modelli di business più green.
I benefici per le imprese
Le imprese che partecipano al Piano Transizione 5.0 possono beneficiare di diverse forme di incentivo, come il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, la formazione 4.0 per l’aggiornamento delle competenze digitali e manageriali, e il supporto per progetti legati alla transizione ecologica. Inoltre, sono previsti fondi per la ricerca e lo sviluppo nelle aree chiave della digitalizzazione e della sostenibilità.
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Tra i beni agevolabili inclusi nell’Allegato B, rientrano anche software, piattaforme e applicazioni che consentono il monitoraggio continuo dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata. Questi sistemi introducono meccanismi di efficienza energetica attraverso la raccolta e l’elaborazione di dati tramite la sensoristica IoT, utilizzando tecniche come l’Energy Dashboarding. È previsto il beneficio anche per software gestionali d’impresa, se acquistati insieme a software legati alla gestione energetica.
Come Funziona ?
l credito d’imposta viene riconosciuto a fronte di una riduzione del consumo energetico pari ad almeno il 3% per la struttura produttiva, oppure del 5% per i processi industriali oggetto dell’investimento. Questo risparmio energetico deve essere ottenuto grazie all’implementazione di beni materiali e immateriali che facilitano la transizione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” (definito negli Allegati A e B della Legge 232/2016).
Inoltre, sono incentivati gli investimenti in beni strumentali nuovi, finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinate all’autoconsumo (esclusi gli impianti a biomassa), compresi i sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta. Le spese di formazione del personale, che mirano a sviluppare competenze legate alla transizione dei processi produttivi, sono agevolabili nel limite del 10% del totale degli investimenti in beni strumentali, con un tetto massimo di 300 mila euro.
Le imprese beneficiarie di questa misura devono avere sede in Italia, indipendentemente dalla loro forma giuridica, settore economico o dimensione. Sono previste delle esclusioni specifiche (come quelle riportate all’art. 38, comma 3), riguardanti imprese in difficoltà finanziaria o soggette a sanzioni interdittive. Inoltre, è richiesto il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e dei contributi previdenziali.
L’entità del credito d’imposta varia in base all’entità dell’investimento e alla riduzione dei consumi energetici ottenuta. Per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, il credito può variare dal 35% al 45%, mentre per investimenti superiori, le percentuali di credito diminuiscono gradualmente, fino a un massimo del 15% per investimenti che superano i 10 milioni di euro e una riduzione dei consumi energetici superiore al 15%.
Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite F24, a partire da 10 giorni dalla comunicazione dell’approvazione da parte del GSE. Se il credito non viene utilizzato entro il 31 dicembre 2025, può essere suddiviso in cinque quote annuali uguali.
Una sfida per il futuro del Made in Italy
Questo piano si inserisce in un contesto europeo in cui l’innovazione tecnologica e la sostenibilità sono diventate fondamentali per la competitività internazionale. Con il Piano Transizione 5.0, l’Italia vuole porsi all’avanguardia, sfruttando le opportunità offerte dalla transizione verde e digitale per rafforzare il proprio sistema industriale e migliorare la qualità del lavoro.
In un momento di grandi trasformazioni globali, il Piano rappresenta una leva strategica per far crescere le imprese italiane, renderle più resilienti e pronte a competere sui mercati internazionali, valorizzando al contempo il patrimonio del Made in Italy.
Il Piano Transizione 5.0 non è solo una grande opportunità per le imprese, ma rappresenta un cambio di paradigma necessario per affrontare le sfide del futuro. Innovazione, sostenibilità e digitalizzazione sono i pilastri su cui si basa questa trasformazione. Le imprese italiane hanno ora l’opportunità di essere protagoniste di questa nuova rivoluzione industriale.